C’è da dire…

…che poi per quanti vaffanculo e non mi rompere i coglioni puoi gridare se non sei merda dentro non lo sei e punto. che vigliacco lo sei dentro e se non lo sei non lo sei e non puoi diventarlo. non sarai mai quello che fa la spia alla maestra che mortifica le persone che si fa forte appoggiandosi al suo gruppetto di merde. non te ne andrai mai in giro a pestare quelli che credi se lo meritino neanche se appartengono alla categoria delle merde e un po’ di mazzate sui denti se le meritano davvero. sarai falso ma mai fino in fondo ti sforzerai in sorrisi di circostanza ma quello sforzo ti costerà ogni giorno di più. non sarai mai troppo attaccato ai soldi perché ti serviranno solo quelli necessari e non riuscirai mai a farli sulla pelle degli altri. se i tuoi figli andranno male a scuola non farai il culo alla maestra ma ai tuoi figli perché sono teste di cazzo che tu hai messo al mondo e tu hai la responsabilità su di loro.

Ecco alla fine puoi alzarti anche tutte le mattine bestemmiando contro quella del piano di sopra che passa l’aspirapolvere alle 6 del mattino e forse a malapena la saluterai in ascensore ma non sarai mai e poi mai come quel tuo compagno di banco dell’elementari che la vigliaccheria ce l’aveva nel sangue già a sei anni e tu coglione quale sei manco sapevi che cazzo significava essere merde dentro.

d.

Flusso di grafite

vorrei riuscire a disegnare bene

disegnare bene non è quando gli altri ti dicono ah ma come disegni bene

ma quando prendi la matita e improvvisamente tutte quelle cazzo di stratificazioni mentali che hai scompaiono

e la matita se ne va tranquilla sul foglio

e tu sei là che la guardi e ti senti bene

perché per una volta non c’è niente assolutamente niente che possa interrompere quel flusso di grafite

e quello che ne viene fuori è la più sincera e spontanea espressione di te che mai potrai dare

questo è disegnare bene

questo fa la differenza fra chi si sforza e chi semplicemente disegna

d.

Le esilaranti avventure di devitalizzata

A questa piacevolissima giornata di cui potete leggere le giuoiose cronache qui si è aggiunto un altro di quegli episodi che mi fanno sentire un personaggio dei fumetti e/o cartoni animati ma non uno fico tipo Catwoman o LafidanzatafigadiDylanDog o checazzonesoMinnie ma uno di quei personaggi inutili e un po’ sfigati che tutti dicono dio quanto è inutile e un po’ sfigato tipoLeone il cane fifone (che io semplicemente adoro) ma parliamoci chiaro Leone è sfigato di brutto, e non conclude mai un cazzo ergo è inutile.

Allora nella mia personalissima puntata di “devitalizzata la nana sfigata” di oggi si è aggiunto che sono dovuta andare dal medico causa tossecronicarecidivantecarpiata ecco come sono andate le cose…

io: buonasera dottore…

dottore: (con l’aria da nonno che parla ad una bambina di 5 anni) vieni vieni… (facendo segno con la mano se mai non avessi capito)

dottore: allora che c’è che non va? (sempre con l’aria di cui sopra non fatemelo ripetere ad ogni riga)

io: ma… ho questa tosse che ho curato con XXXX sciroppo per una settimana (sforzandomi di avere l’aria da Dottor Green che parla della sua malattia in modo professionale e distaccato) poi nella seconda settimana l’ho curata con XXXX da 500 due volte al giorno… purtroppo interrotta la terapia antibiotica la tosse si è ripresentata, stanotte, in modo abbastanza violento (e qua voglio una laurea honoris causa ebaciamilculoIppocrate)…

dottore: (che a questo punto è una figura inutile solo con una laurea in medicina un po’ triste e impolverata appesa al muro) vieni a sederti sul lettino…

*Inizia la visita*

dottore: tossisci… respira a fondo con la bocca…

*Il dottore si sposta davanti la paziente*

dottore: apri la bocca e di’ “AAAA”… che facoltà fai?

io: =____________=°°° ehm lavoro..AAAAAAA…

dottore: (perplesso tipo uno che ha appena scoperto che una ragazzina minorenne viene sfruttata in una fabbrica della naik…) ah… (mumble mumble) lavori? e che lavoro fai?

io: (con voce impostata da adulta) lavoro nell’amministrazione del XXXX

dottore: (perso nel pensiero che sono le 19 passate e non farà in tempo a vedere un Posto al Sole) scusa cosa?

io: (a voce più alta) LAVORO NELL’AMMINISTR- –

dottore: maddai davvero? (con la faccia di quello che scopre che la figlia di 5 anni ha fatto un’associazione mentale complessa per una bimbetta di 5 anni)

io: ehm… sì? ma guardi che sono più grande di quello che sembro…

dottore: (sta quasi per scoppiare a ridere) chi?? tu??

io: =_____________________________=°°°

*Fine visita*

io: Dottore allora quant’è?

dottore: no dai per stavolta niente… (…bellabambina! lo ha omesso ma lo ha pensato lo so…)

La cosa buona è che adesso sono a casa e non può succedermi più niente… no?

*DRIIIIIIIIIIN* (squillo di telefono – fisso non cellulare)

io: pronto?

operatrice: ehm… buonasera scusaMI c’è la mamma in casa?

io: =________________=°°° mi scusi chi sta cercando esattamente..

operatrice: la signora Devitalizzata…

io: …

io: sono io…

operatrice: …

io: …

operatrice: ehm… volevamo proporLE una nuova offerta che LE farà risparmiare…

d.

Messaggio alla Colleganza tutta

Cari Colleghi,

per quanto il nostro lavoro possa sembrarvi di grande importanza, per quanto lo raggiungiate tra mille difficoltà nel pericolosissimo – eco: olosissimooo – traffico capitolino (dio come odio sta parola…), per quanto ci sia qualche cerebroleso che vi fa credere che il nostro lavoro sia davvero fondamentale, voglio ricordarvi che non siete dei neurochirurghi che stanno operando in Siberia a -20 con una mano sola un bambino figlio del capo tribù degli Inuit che vi minaccia con un corno di renna e voi avete solo una penna bic e poca inventiva alla Mc Gyver. No. Siamo degli impiegati. I M P I E G A T I. Il nostro lavoro è importante come tutti i lavori del mondo ma non salviamo vite non siamo nella scena madre di E.R. Cazzo. Quindi, vi prego, vi scongiuro, vi supplico evitate di avere l’espressione da medicosenzafrontiere mentre state facendo una fattura, una F A T T U R A, cazzo. Finitela di prendervi così sul serio che manco Dottor House lo fa essì che lui potrebbe, cazzo, lui sì.

d.

Messaggio alla Romanità tutta (in particolare ai commercianti sotto casa mia)

Il vostro modo di essere cioè ahò semo tutti amicHi NON piace a tutti. E non potete essere talmente ingenui da credere che fare lo stesso fottuto teatrino ogni giorno possa divertire la gente, è una cazzo di tortura. Cazzo. Mi sembra di vedere uno spettacolo con pessimi comici ripetuto in loop all’infinito senza manco una lametta per tagliarsi le vene. E no. Se non trovo divertente la vostra comicità da bambini delle scuole medie – perdio – non vuol dire che sono acida, semplicemente ho un umorismo diverso che non include lo scassare i coglioni alla gente quando sono le 9 del mattino e deve solo comprare un fottuto cornetto. E annatevene affanculo, va.

(scusate dovevo sfogarmi)

d.

Fermarsi

Hiroshige: ‘Ciliegi in piena fioritura a Arashiyama’


Forse dovrei solo fermarmi. Fermarmi guardarmi intorno scegliere la direzione. Forse non mi fermo mai per davvero. Forse sono sempre lì ad inseguire pensieri a costruire sogni a vomitare incubi. Forse sì. Dovrei fermarmi sotto un ciliegio e bere del tè. E indossare un kimono magari. Sì. Mi fermo sotto un ciliegio bevo del tè indosso un kimono e mi guardo intorno. Magari il tè – possibilmente verde – mi depura dagli incubi che continuo a vomitare? Magari quel sogno che vorrei costruire se mi fermo a progettarlo bene potrebbe diventare reale? Magari se sto ferma i pensieri che inseguo si fermano anche loro tornano indietro e bevono il tè – possibilmente verde – pure loro. Magari se mi bevo un tè con loro capisco che poi non erano così interessanti questi pensieri che inseguivo e che forse è molto più interessante starsene sotto un ciliegio a bere del tè indossando un kimono.

Ma forse sarei un’idiota seduta sotto un ciliegio che sorseggia tè verde con addosso un kimono a Roma?!

Magari non mi metto il kimono e vado ad appollaiarmi sotto un lampione.

devitalizzata

on air: 28 Weeks Later o.s.t.

Il Vento

Certe volte ho paura. Paura di perdermi le cose a cui tengo. Senza sapere né perché né come né dove. Paura che se le porti via il vento.

E che si porti via anche me.

devitalizzata

on air: Yann Tiersen – Comptine d’un autre été: L’après midi

Abitudini…

Siamo degli abitudinari. Per quanto ci diciamo diversi dagli altri. La mattina ci piace svegliarci col caffè. La sera tardi troviamo tenero spegnere il televisore alla persona che amiamo. Che sia un papà sul divano dopo la partita. La mamma che ha preso sonno davanti alla sua fiction preferita. La persona che amiamo crollata sul suo libro preferito. Un figlio o un fratellino che ha cercato di vedere il telefilm che ama fino alla fine. Siamo lì che ci ripetiamo che siamo diversi. Che possiamo cambiare. Ma quelle piccole abitudini ci tengono in vita giorno per giorno.
Come stare nel traffico e sfanculizzare lo scooter che ci taglia la strada. Cercare lavoro e non trovarlo perché il figlio di l’ha trovato prima di noi. Vedere sempre le stesse facce di culo al governo.
E sì. Ci piace essere itaGliani. La pasta a pranzo. La partita la domenica. Un posto al sole per cena. Un posto affanculo per tutta la vita.
Ma io sono diversa. Che credete. Mica voglio arrendermi, mica voglio essere così per sempre.

Da domani a colazione uova fritte e pancetta.
Così tanto perché sono diversa. E pure perché ho voglia di vomitare un po’. 😉

devitalizzata

on air: Franz Ferdinand – Do You Want To

Dettagli

Io mi preoccupo sempre troppo dei dettagli. Quando disegno, quando scrivo, quando vivo. Le minime cose mi sembrano fondamentali. Una sfumatura in un disegno, una virgola in uno scritto, una parola, un gesto nella vita. Questo mio perfezionismo è dannosissimo, perdo tantissimo tempo nel fare le cose, scegliere i dettagli giusti. E non sono mai sicura. Sono lì che mi chiedo sempre se ho fatto la cosa giusta nel modo giusto. Perché sono i dettagli che creano l’insieme. Centinaia di dettagli che non notiamo mai, ma che in realtà i nostri occhi, le nostre orecchie, i nostri cuori colgono.

E poi un giorno un tir ti investe a 200 all’ora e con i tuoi cazzo di dettagli vedi un po’ che puoi farci, va!

devitalizzata

on air: Nirvana – Rape me

Del Trattato Leibniziano

Oggi non vi ammorberò con uno dei miei lunghissimi post da tipo 10 righe. No. Peggio. Oggi è un giorno diverso. Quella che vi parla è devitalizzata, non nel senso del nickname ma nel senso letterale. Voglio dirvi solo una cosa: sto lavorando ad una traduzione, trattasi di un testo filosofico trattante Leibniz che tratta Dio. Detto molto semplicemente Leibniz che dice un sacco di stronzate riguardo il tema di Dio. (Signor Leibniz non si offenda, ma siamo seri, insomma!) E sempre il filosofo che insulta altri vari ed eventuali filosofi tutti morti e stramorti, quindi insomma, gran bello sforzo anche questo. Quello di cui voglio parlarvi non sono l’altra marea di cazzate che si insinuano pericolosamente nel mio cervello – e sì, siete voi che ci rimetterete, vi porterò a fondo con me – ma voglio spezzare una lancia in favore dei poeti – e spezzarne una in testa ai filosofi. Si parla sempre del fatto che i poeti – almeno quelli di un certo periodo storico e NON italiani- erano una manica di alcolisti, depravati, bastardi, ma soprattuto DROGATI! Se dicevi: sai mamma mi piace proprio la poesia franc… NOOOOOOOO!!! che poi ti droghi!!!! i poeti ingles…. NOOO!! che poi cominci a farti le canne!!! quelli tedes…. ECCO!! portiamola ad un centro di recupero per tossicodipendenti!

Allora, voglio dire una cosa a tutti i genitori. Sappiatelo. Quando sarete orgogliosi che i vostri figli sono appassionati di filosofia e vogliono anche iscriversi alla facoltà di filosofia. Sappiatelo.

Che il crack che fumavano i filosofi era decisamente meglio di quelle quattro canne che fumavano i poeti.

devitalizzata

on air: Smashing Pumpkins – 1979

Nota: Mi scuso con tutti gli appassionati e studenti di filosofia e li invito a non tener conto di questo post che potrebbe essere distruttivo e autolesionista… per i vostri studi intendo! 😀